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      Ora in capo di otto mesi, per averne dimandalo parte per li miei bisogni, il Priore mi ha risposto con male parole, e dipoi attaccatomi una lite, anzi più liti, con tali strapazzi, che non v'è esempio. Sig, Cavalier mio signore, le dirò in confidenza, anzi, bisognandolo, può accennare a S. E. la causa del disgusto che patisco, viene, che siccome nel principio del lavoro ero amato assai dall'architetto, o scultore de' monaci di S. Martino, per il medesimo capo i monaci amavano me; ma poichè io maritai la mia prima figliuola nel sig. Giuliano(175) Finello, la quale era desiderata dal suddetto architetto per un suo figliuolo (troppo inferiore), ma però garbato giovane, non mi è più stato amico, e conseguentemente li Padri, li quali non fanno nè più innanzi, nè più indietro se non quello che dice il detto architetto. Si aggiunge, che il detto sig. Giuliano mio genero, per il suo molto valore è adoperato nelle prime occasioni, dove ne nasce emulazione grandissima, però io ne patisco in questa occasione mia. Io ho voluto significar a V. S. illustrissima il tutto, perchè non ha del verisimile di credere d'esser maltrattato, mentre ho fatto il contrario io con loro, avendo io fatto manco male che abbia mai fatto in tutte le occasioni, oltre l'andare in cima d'una montagna tale mattina e sera, ed un'opera poi grandissima e laboriosissima. Litigando non ho dubbio di vincerla, ma prima mi ci consumerò; e perciò saria di bisogno dell'autorità di S. E. padrone, con degnarsi d'un altro biglietto, perchè esso sig.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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