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      Insomma se non muoro disperato io, non morrà mai nessun uomo del mondo.
      Dei disegni della scena vi servii subito, cioè di quello che dovevo far io; resta solo che sia finito l'altro di prospettiva, il quale averò questa settimana da un pittore di tal genere valorosissimo, e per l'altro ordinario vi manderò ogni cosa insieme; e se fosse stato servizio che l'avessi avuto a far solamente io, a quest'ora saresti restato servito.
      Io non intendo nè sforzarvi nè persuadervi intorno al particolar di Volterra, essendo debito mio l'obbedire alla vostra volontà, e l'incontrare le vostre sodisfazioni; e così vi prometto.
      Starò con ansietà grandissima aspettando il pensiero del quadro; e pure so d'avervene scritto più volte. Il capitolo del Melosi(232) ve lo trascriverò qui dietro per obbedirvi. Avvisatemi, di grazia, quanto siete per trattenervi in Firenze; et io stimerei assai meglio far l'estate costì, che in Pisa, per la vostra salute.
      Datemi qualche avviso del signor Giulio. Non potendo aver risposta d'alcune mie scrittegli, non so s'è morto o vivo.
      Del resto mi vi raccomando, assicurandovi che la maggiore mia consolazione è il pensare che ho voi per amico. Comandatemi, e vi bacio le mani. Di Roma, questo dì 13 di giugno, 1654.
     
     
      CXCIII.
      Salvador Rosa, a Gio. Batista Ricciardi.
     
      M'avete fatto una gola d'altro che di baie con la nuova datami d'essere stato nella Garfagnana, e goduto del salvaticume di quel paese, tanto geniale alla nostra natura. Per certo vi giuro che non so che sia stata felicità da Monte Rufoli e Barbaiano in qua; e pure quei luoghi (come voi dite) non vogliono nulla in riguardo di questo accennatemi.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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