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      S'ella non li tiene per buoni, nè degni d'essere veduti, non credo meno ch'ella sia di così cattiva intenzione, che non li correggesse. Ma se dubita forse che in qualche parte gli sia opposto, vuole ella dunque che per sì poco interesse si dia bando al servizio di Dio, o della B. V., all'utile pubblico e privato, a tanta spesa, a tanta opera, a tante elemosine, e finalmente all'onore di mons. ill. arcivescovo, e di tanti nobili deputati a così pio luogo? Non solo dunque non devo procurare, come mi scrive, che gli sia data licenza e mercede avanti dia i disegni finiti, e sicurtà per ciò che potesse accadere, ma ad ogni mio potere devo instare che si consultino questi disegni in onore ed utilità di questo tempio consacrato a così glorioso martire, ovvero rinunciare tal cura. Nè anch'ella deve alterarsi in così pio servigio senza cagione, poichè non lo consentono le sopraddette ragioni, ed è onesto che, non avendo ella mai mosso in esecuzione opera tanto grande, si contenti che più tosto si resti sicuro col parere di molti, che dubbioso col suo solo, tanto più che in altre opere difficili ha voluto anch'ella far conoscere il giudizio suo. Si deve ancora ricordare quanti anni sia restata imperfetta la cupola di s. Pietro in Roma, meglio fondata di questo, non avendo mai levato il timore, a chi presumeva di porre in volta sì gran macchina, l'autorità di Michelagnolo, principe degli architetti, di Bramante, d'Antonio Sangallo e di altri.
      1.° Si dubita se gli otto pilastri, per essere solo once 33 nella loro maggior grossezza, saranno bastanti a sostenere tanta macchina, tanto più che sono di potenza disunita per la quantità degli angoli, ed essendo già rovinata minor macchina sopra i medesimi pilastri.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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