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      Dalle bufole all'oche è gran divario.
      E poi quand'anche da tale proposizione dedur si dovesse (lo che certamente non si può senza strambezza) che il Vasari, e quanti, con lui la sostengono, abbiano voluto, e vogliano far comparire Raffaello per iscolare di Michelagnolo, non vede il Bellori che con quelle parole ingrandì fuor di modo la maniera, e diedele più maestà, il fa superiore a Michelangiolo?
      Assai romore, e poca lana, disse il diavolo un giorno a colui che tosava i porci.
      Quando il Vasari ha voluto farci conoscere Raffaello per iscolare, ha detto che il Perugino fu il suo maestro. Quando ha voluto narrarci come, uscito da quella scuola, mutasse maniera, e divenisse scolare d'altro maestro più felice, ha detto che studiò sulla maniera di Leonardo da Vinci: così il Vasari nella Vita di Raffaello alla pag. 84: Vedendo Raffaello l'opere di Leonardo da Vinci ..... restò tutto stupefatto e maravigliato; ed insomma piacendogli la maniera di Lionardo più che qualunque altra avesse veduta mai, si mise a studiarla, e lasciando, sebbene con gran fatica, a poco a poco la maniera di Pietro, cercò quanto seppe, e potè il più, d'imitare la maniera di esso Lionardo; così parlò il Vasari, allorchè volle dimostrare Raffaello scolare e studente.
      Dovea dunque il Bellori prendersela contro il Vasari, per li due luoghi citati, quando pretendeva che Raffaello non fosse stato discepolo di alcuno, e che il farlo discepolo fosse un sottometterlo e renderlo inferiore al maestro. E pure chi dirà che il Perugino sia superiore a Raffaello, e che a Raffaello sia superiore Lionardo da Vinci? ma il fatto si è, che mai il Vasari non ha detto che Raffaello sia stato scolare di Michelagnolo, ma solamente osservatore delle opere di lui, e che dall'averle vedute megliorò e ingrandì la maniera, e diedele più maestà; il che essendo, se si vuole che queste parole si riferiscano alla propria maniera di Raffaello, onde debbasi intendere, come se si leggessero così: megliorò ed ingrandì la sua maniera, e diedele più maestà; l'opere di Michelagnolo, in questo caso, servirono di lume a Raffaello, e però una tale osservazione, perchè seguita da sì glorioso mirabile effetto, sarà per Raffaello gloriosissima.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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