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      Volendo dunque il Bellori sostenere la sua proposizione, come mi diedi l'onore di dirle nell'altra mia, o, per meglio dire, spiegarle volendo quel suo avvertimento, espressoci con quelle parole: Devesi avvertire, che Raffaello non seguitò punto Michelagnolo(240) in alcuna parte della pittura, sia il disegno, il colore, l'ignudo, i panni, o sia l'idea, ed il concetto dell'invenzione: ci dice in appresso: Che giunto egli a Roma (cioè Raffaello), il suo primo dipinto nel palazzo Vaticano fu la camera detta di Segnatura, ed in essa la prima storia fa quella del Sacramento dell'Altare, senza avervi trasportato linea alcuna del memorato cartone del Bonarroti. Sicchè per prova della sua proposizione ci porta il Bellori, che Raffaello non abbia trasportato linea alcuna del memorato cartone del Buonarroti.
      Dio immortale! si può egli sentire argomento più inconcludente? Raffaello non ha trasportato nella istoria del Sacramento linea alcuna del cartone del Bonarroti: dunque Raffaello non ha mai seguitato il Buonarroti. Dunque il seguitare la maniera d'un autore in qualche genere, ed il trasportare nelle proprie operazioni linea, o qualche altra cosa di un'opera d'un altro, sarà lo stesso?
      È possibile che il Bellori non siasi avveduto che se Raffaello trasportato avesse nella nominata storia qualche cosa del cartone del Buonarroti, dir non si dovrebbe più altrimenti, che Raffaello solo lo avesse seguitato, ma sì bene che avesselo ricopiato? E pure ella è così.
      Seguitare un professore nella maniera vuol dire procurare di adattare alla propria quello che di specifico e di singolare in quella si ammira, e che si riconosce non averla in sè stesso; ed in quel tal genere che si mancava, cercare di accostarsi in operando alla specifica distinta particolarità che in quel tal genere si riconosce nell'altro: questo vuol dire seguitare un professore, laddove trasportare qualche cosa d'un altro professore, in un'opera propria, vuol dire ricopiarne una tal parte, sicchè l'occhio intelligente venga subito, allorchè la mira, a riconoscerla per parte del talento di quello da cui si è presa, e non di quello che l'ha fatta; il qual trasporto far si può in due modi: l'uno lodevole e virtuoso; vile l'altro e biasimevole.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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