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      Più bella occasione non si poteva porgere al mio debole intendimento che questa di esercitare in un tempo stesso atti di obbedienza a chi mi può comandare, e sottomettere all'occhio purgatissimo di V. S. ill. i propri errori, e forse non ben fondate opinioni, perchè in tal modo potrò sperare che ella col perfettissimo suo gusto (e quando anche ciò le paia) col parere de' suoi cari accademici, e miei compagni, sia per farmi ricredere delle false apprensioni del mio intelletto per dispormi all'ammenda.
      Ma per non consumare più di quel tempo che io devo impiegare per obbedire, ecco che io vengo al punto.
      È stata talvolta la materia de' sopra mentovati discorsi:
      1. Se il perito professore dell'arte solamente possa dare retto giudizio delle pitture, o pure anche il dilettante ingegnoso(257).
      2. Se vi sia regola certa per conoscere se una pittura sia copia, o originale, e, quando ella non vi sia, che modo si debba tenere da chi la vuol giudicare, per render alquanto giusta la sua sentenza.
      3. Se vi sia regola per affermar con certezza, se una bella pittura sia stata fatta dalla mano di uno o di un altro maestro; e, quando questa pure non vi sia, quale sarà il modo più sicuro di fondare alquanto bene il proprio giudizio.
      4. Finalmente di ciò che debba dirsi dell'uso di far copie delle belle pitture, e del conto che deve farsi delle medesime copie.
      E, per farsi dalla prima, si domanda il mio parere, se il perito professore dell'arte solamente possa dare retto giudizio delle pitture, o pure anche il dilettante ingegnoso.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396