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      Bellini, il quale in quella sua antica maniera per lo più si dilettò di far figure alquanto minori del naturale, e le posò mirabilmente in sul piano, perch'e' fu buon prospettivo, e sempre dipinse cose devote e sante, fece belle acconciature, e finì l'opere sue (benchè con secchezza) fino all'ultimo segno. Gentile, suo fratello, Vittore Carpaccio, e Gio. Batista Cima da Conegliano seguitarono quella maniera, e l'ultimo ebbe per suo ordinario costume il dipignere in tutte le sue pitture Conegliano sua patria. Il Civetta, oltre all'aver sempre dipinto cose chimeriche e mostruose, fece sempre in ogni suo quadro una civetta. Giorgione, primo ritrovatore dell'ottima maniera veneta, per ordinario dipinse cose maestose e gravi, ornò le sue figure con berretti e pennacchie bizzarre, abiti trinciati all'antica, e maravigliose armature. Ma questi son tutti segnali, come io diceva, che aiutano tanto quanto a dar giudizio del maestro che dipinse, ma sempre però col supposto che la bonta dell'opera e l'altre sode qualità della medesima procedano con egual connessione.
      Tutte queste cose dunque, con altre simiglianti, potrà a mio credere, avere in mente(273) il perito nel formare il suo giudizio, e sopra tutto a fine di non ingannare altri con sua sentenza, contentisi per mio consiglio d'esporre sè medesimo ad evidente pericolo d'inganno; voglio dire, che quantunque ei sappia esser verissimo che ogni artefice, anche eccellente, abbia potuto errare, e talvolta anche abbia errato, contuttociò diasi egli a credere il contrario, e allorachè se gli presenterà una pittura che, ritenendo altri buoni requisiti, abbia in sè alcuno evidente e incomportabile errore non solito di quell'artefice, di cui si vuol la pittura, inclini a crederla d'ogni altro fuori che di lui, perchè il buono in tanto dee stimarsi, in quanto egli è buono, e 'l bello in quanto egli è bello; e tanto basti intorno al terzo capo.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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