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      — E Cavallo, il semplice marinaio, pensò fra se stesso, che non ha palagi né ricchezze a difendere, emuli a spegnere, onori aviti, privilegi a sostenere, tra poco farà olocausto della sua vita... alla patria? Alla patria! Certo, questo nome suonar deve qualche cosa di grande, di magico, perché un umile popolano si reputi felice morir per lei, senza miglior conforto che di salvarla!
      Ma lasciamo che l'ambizioso patrizio riordini mille disegni, si travagli nell'inquietudine, nell'ansietà del domani; piú ci aggrada l'intrattenerci col povero marinaio, in quella casuccia, dove forse ormai trascorre la suprema delle sue notti, senza paura, senza rimorso, composto solennemente al passaggio dell' eternità.
      Uscito appena dalla sala del Gran Consiglio per sottrarsi agli applausi dei popolani, si cacciò per quelle viuzze che solcavano tutta quanta l'antica Genova, e per giro piú ampio corse sollecito a casa sua. Una vecchiarella, giá consapevole dell'accaduto, stava aspettandolo sopra le soglia, e non sí tosto lo vide a comparire, le corse incontro, e, tremando piú che per gli anni, per l'eccesso della gioia, gli stese le braccia al collo.
      — Iddio benedica la tua giovinezza, disse ella nell'abbracciarlo, unico figliuol mio! e serbi ai canuti tuoi capelli la gioia che tu mi rechi!
      Dopo que' primi impeti di espansione, temperata da dolci lacrime, la vecchiarella condusse Emmanuele verso un umile letticciuolo, ed accennandolo colla destra:
      — Tuo padre, soggiungeva, è morto su questo letto; tu eri fanciullo, e forse appena te ne ricorda come d'un sogno.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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