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      — Eppure, mi rispondeva, compaiono talvolta i morti per avvisare i vivi che abbisognano di preghiere, o per accennar loro dove hanno sotterrato qualche prezioso tesoro. Io stessa vidi piú volte nel cimitero del nostro villaggio alcune fiammelle serpeggiar di notte all'intorno delle croci e dei sepolcri; e talvolta ne udimmo il gemito simile al rantolo d'un moribondo.
      — Quelle fiammelle, buona donna, non sono che esalazioni de' cadaveri putrefatti, fiammelle innocentissime, dette fuochi fatui, che troverete eziando sopra i laghi e tra le paludi, e che non debbono arrecar paura, perché fenomeni in tutto naturali.
      — Eppure, soggiungea la vecchia crollando il capo, la buona Lisa ne morì di spavento, poiché ebbe ardire di penetrar sola e di notte nel cimitero, risoluta d'interrogare quelle fiammelle sull'anima del suo innamorato! Dicesi che il contatto di quelle strisce arda come il fulmine, e privi della ragione chiunque ardisca d'avvicinarsi.
      Mentre avrei bramato di combattere, forse inutilmente, questi errori popolari, il buon vecchio riprese il filo del suo racconto.
     
      X
     
      Come raccende il gusto il mutar esca,
      Cosí mi par che la mia storia, quandoOr qua or la piú variata sia,
      Meno a chi l'udirà noiosa sia.
      ARIOSTO.
     
      Fuggirono tutto il giorno; ma quando le alte cime delle piante proiettavano piú lunghe e piú cupe le ombre loro, i due pellegrini bussarono alla porta di una casuccia, accanto alle rovine d'una chiesa, che sorgeano fantastiche, colossali, illuminate malinconicamente dal tramonto.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Lisa