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      Ma quando il monaco, finita la preghiera, si levò in piedi, e, intendendo lo sguardo in volto del giovanetto, drizzò tutta la sua persona nell'altezza naturale, inarcando le ciglia per lo stupore, parve poco meno di gigante; le sue guancie estenuate dal digiuno e dalle fatiche, si imporporarono, i suoi occhi si riaccesero d'una vita che gli era da gran tempo concentrata nel cuore; stette attonito a contemplarlo, e poi stringendo con piglio soldatesco la destra dell'ospite:
      — "Sei tu Allerame? gli domandava.
      E quegli, riconoscendolo, gli si abbandonò tra le braccia e nascose il volto, con una dolce effusione di lacrime, sul petto del solitario. Adelassia, piena di meraviglia e di commozione, li contemplava silenziosamente...
      Lo sguardo d'Allerame non si era ingannato. Nel pio romito che gli offria scampo da' suoi nemici, riconobbe Igildo, prode capitano che lo avea armato cavaliere la vigilia d'una battaglia. Esercitato in lunghe guerre sotto le insegne d'Ottone, piena la mente di quelle idee generose che sono la gloria, il tormento della giovinezza e talvolta il disinganno della virilità immatura, mal corrisposto, mal uso a gare cortigianesche, avea abbandonato sdegnosamente il mestiero dell'armi. Il mondo avea fallito a' suoi disegni; ma la sua anima, superstite al disinganno, non avea rinunciato alle sublimi sue speranze, a' suoi istinti generosi; e quando si tolse disdegnosa da ogni umano desiderare, si slanciò nel regno immenso della religione, perché questa gli offria ancora alte contemplazioni, affetti eterni, glorie immortali.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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