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      — Partire come un proscritto, come un colpevole! scambiar le dolcezze del tetto natale, la libertà del mare, i venti delle sue montagne, il bacio aspettato, vagheggiato della sua fidanzata collo squallore d'una carcere, colle catene dello schiavo, col flagello d'un custode inesorabile... e a venti anni! Ma l'anima del giovane eroe soprastava a tutte queste miserie, alle paure, alle tentazioni delle povera creta; ed è pur tanta la grandezza naturale dell'uomo che, anche in iscambio cosí orribile di condizione, può trovare non solamente di che confortarsi, ma di che sublimarsi e godere!
      Giunse a Genova, a Marsiglia, e si avviò quindi per l'Africa. Ma prima di abbandonare il lido europeo, pensò che in terra barbara non avrebbe mai piú rivedute le chiese de' suoi padri, le tombe consolate e santificate dalla Croce di Cristo; pensò che non si sarebbe mai piú cibato del pane eucaristico, e quasi fosse moribondo, assolto da ogni macchia di peccato, si appressò all'altare. L'intrepido giovanetto, che stava per consumare il sacrifizio spontaneo di tutta la vita, sentì bisogno d'un sostegno piú che terreno contro la debolezza del proprio cuore, le tentazioni della paura e gli orrori del servaggio. Pregò per sua madre, per la sua fidanzata che forse non avrebbe mai piú vedute, e invocò l'aiuto del cielo su quell'anime desolate.
      Ateo, materialista, ridi pure a queste superstizioni del dabben uomo, ma interroga il tuo cuore, i tuoi polsi; senti se ferve in essi l'ardimento di Jacopo, la sublime devozione del povero figliuolo d'un marinaio.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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