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      Ella sola possedea il secreto dell'assenza di Jacopo, e il reprimerlo sempre in se stessa, le infiammava il cervello con mille strane congetture, le accrescea strazio indicibile, perché indiviso. Piú non cantava nel tessere le sue reti, piú non si ornava a festa, come sogliono le liguri contadine e le pescatrici con quella mondezza, con quel brio che sono proprii di loro; ma lavorava piú ardentemente del solito, con un impeto, con una persistenza, dove parea si sfogasse la crudele attività de' reconditi suoi pensieri; tenea conto d'ogni piú tenue risparmio; e nelle tristi sue vigilie, coll'obolo che riponea ogni giorno nel povero borsacchino, si maturava nella sua mente un pietoso e magnanimo divisamento. Quanta virtù, quanto eroismo nella umile pescatrice! Ma il piú delle volte, un'ora prima dell'alba, si raccogliea taciturna su quello scoglio, unico testimonio delle sue confidenze, dell'addio, forse estremo, col suo Jacopo; e là seduta, cogli occhi immobili e quasi impietrati, colle braccia abbandonate sulle ginocchia, guardava il mare.
      Ma sorse un giorno in cui ogni incertezza dovea dileguare.
      Maria siedeva su quello scoglio, divenutole cosí caro, quasi sacro dopo la partenza di Jacopo; il vento imperversava, le onde si spezzavano fragorose sotto i concavi fianchi della montagna. Un pinco, facendo forza di remi, come meglio si poteva, ed aiutandosi di tutte le vele, si cacciava a furia dentro la rada, quasi alcione che si rifuggiasse nel porto, coll'ali affaticate dall'uragano.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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