Pagina (131/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      — Perché ho veduto alcuni gruppi di contadini, e specialmente un domestico della Contessa, che parea stesse in agguato. D'altronde il nostro giovane si è già ritirato.
      — Uscirà di nuovo, ne son certo, ad ora piú tarda, quando tutto riposi dentro il castello; ad ogni modo sarà per domani.
      — Domani! e non sapete che l'è il giorno dei morti?
      — Meglio per lui! troverà aperto il paradiso; poiché si vuole che le anime di coloro i quali muoiono in cotal giorno, vadano dritte diritte in paradiso, e senza pagar lo scatto al guardiano. — Ed uno scroscio di risa infernali scoppiò dalle labbra di quel maledetto.
      — Per coloro che muoiono in istato di salvamento, rispose Cencio gravemente; ma non per gli uccisi, privi dei sacramenti.
      — Gli daremo l'assoluzione in articulo mortis — proseguì il Notaio gesticolando e scimiottando quell'atto augusto e terribile. — Parrà strano che un uomo di cotal tempra, in procinto di commettere un assassinio, si abbandonasse a queste scene burlevoli; ma il Notaio sapeva a meraviglia simulare e dissimulare; avea penetrato nel cuor di Cencio i primi germi d'un pentimento; gli era d'uopo cancellar quanto prima ogni buona idea che potesse rampollare in quel cervello; e a questo effetto tornava meglio il ridicolo che la ragione.
      Cencio, senza rispondere, lo contemplava con un ribrezzo non mai conosciuto per lo innanzi. Il mal costume, la vita scioperata non aveano spento nel cuore di quest'uomo quell'intimo sentimento dell'onesto che ci distingue dagli animali, e certi principii religiosi che sua madre gli avea ispirati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Contessa Cencio Notaio Notaio Cencio