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      Era quell'ombre, fra quel silenzio sorge una voce lamentevole, una voce di moribondo. Dio eterno! è la voce di Edoardo! Eloisa, pallida, esterefatta balzò dal letto; grosse stille di un sudor freddo le bagnarono capelli e fronte; aprì le imposte, tese l'orecchio, cacciò lo sguardo per la campagna. Le parve d'udire un tonfo nelle acque del lago, e travide un'ombra che dileguava.
      Al domani, il cadavere di un annegato venia tratto dal lago del giardino, e quel cadavere era il giovane Edoardo. Facea un sole magnifico, un azzurro di cielo incantevole.
     
      IX
     
      Come poc'anzi abbiamo accennato nel discorso tra il Notaio e Cencio, correa appunto il giorno dei morti; e questo giorno suolsi celebrare nei villaggi ben altrimenti che nelle città, dove anche le memorie piú solenni dei trapassati sono convertite a sollazzo, a passatempo dei vivi. Que' buoni terrazzani sentirono pietà profonda, non scevra di maraviglia alla morte dell'infelice; e, raccolti nella chiesa parocchiale, non dimenticarono di pregare anche per lui. Il Notaio non mancò anch'egli di recarsi a udir la messa per l'anima del buon medico, come diceva, e porsi in luogo tale che tutti ne lo vedessero.
      I politici sconvolgimenti di Francia che incominciavano a imperversare, a trarsi tutta l'attenzione della repubblica ligure, dopo il fatto della corvetta francese, catturata dagli Inglesi, nel porto stesso di Genova, e la debole vigilanza del governo, fecero sí che poco si badasse alla morte di un individuo. Il povero Edoardo, compianto per un giorno, fu sepolto e dimenticato; un palmo di terra separa tante cose, nasconde tanti delitti!


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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