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      Quanto a quest'ora ti gioverebbe l'essere stato ben diverso da ciò che fosti! Eppure la tua ultima preghiera, la preghiera d'un moribondo non sarà rigettata.
      Accese allora un lumicino ai piedi del cadavere. Aprì le imposte, e vide un'aurora risplendentissima, pari a quella del mattino in cui il povero Edoardo fu tratto morto dal lago. Facea l'anno precisamente.
     
      XIV
     
      E facile argomentar ciò che segue.
      La giovane contessina Eloisa, d'accordo col marito, si era ritirata a Genova nel monastero di N.N. Il silenzio, la devota ritiratezza di quelle mura le avevano acquetate a poco a poco le tempeste dell'animo; quelle tranquille occupazioni, alternate colla preghiera, il non vedersi circondata che da volti amici e mansueti, scemarono l'impeto di una mortale malattia di cui portava i germi nel petto, e che ivi a poco dovea strascinarla al sepolcro. Ma il pensiero della morte non era grave a quell'anima; anzi le appariva circondato da tutte le illusioni della giovinezza infelice.
      Mentre ella, negli ultimi giorni d'autunno, passeggiava nel giardino del monastero, uno sconosciuto si presentò al parlatorio e chiese della Contessa. Non descriverò le sensazioni repentine, le memorie risorgenti nella mente d'Eloisa al veder Cencio; né quelle di quest'uomo in veder lei cosí stanca, cosí mutata. Come meglio seppe, espose la sua missione, i voti estremi e la morte del Notaio; quindi le rimise la collana e il ritratto.
      Eloisa, alla vista di quegli oggetti che le ricordavano il tremendo giorno delle sue nozze, gli augurii dei parenti e degli amici, le apparenze lusinghiere dell'avvenire, e quindi l'atroce disinganno di tutto, i dolori, le morti, non potè frenare un sospiro ed una lacrima.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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