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      Questa povera creata, abbandonata dalla ragione, ha dunque ancor tanta forza, e solo per soffrire!
      La Lisa tenea sempre quel suo velo nuziale; se lo ricomponeva in mille foggie; guardava il suo anello, piangeva e sorrideva e mostrava ai passanti il brano della bandiera di Lepanto, quell'avanzo di gloria nelle mani d'una fanciulla impazzita per amore!...
      — Oh l'ho veduto, dicea spesso con impeto convulsivo; l'ho veduto il mio fidanzato! riconobbi il suo sguardo; alzò il cappuccio. — Oh era ancor bello il mio Benso, benché pallido ed abbrunato! Riconobbe anch'egli la sua Lisa, mi chiamò a nome, e mi disse che il curato aveva già annunziate le nostre nozze. — Oh sí; mi sono ricamata per quel giorno un bel grembialino! — E qui sorrideva, e talvolta stendeva le braccia come a persona che avesse innanzi; i suoi occhi s'empievano di lacrime, e traverso quelle lacrime la sua intelligenza parea affacciarsi all'orrenda notizia de' suoi mali.
      Talvolta si recava sul sagrato della chiesa, e fosse pur buia la notte e minaccioso il tempo, quell'infelice cantava le litanie; e la sua voce avea qualche cosa di solenne e di commovente.
      Il cuore non ci regge a descrivere i lunghi e molti patimenti della povera Lisa; quella gioventù vigorosa, già cosí florida, coi capelli incanutiti! Quell'anima pura, ardente, appassionata, superstite alla sua ragione, ma sempre fedele al suo amore!
      Visse parecchi mesi, finché Dio, negli arcani suoi disegni, accettò il sacrifizio di quella povera vita. Ma Lisa, prima di morire, rinsensò; conobbe le antiche sue compagne; si ricordò di Benso, di quel pergolato, di quell'ora mestissima e suprema del suo colloquio.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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