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      Presi alla dolcezza di queste parole i cittadini, ed ignari del turbine che loro soprastava, cacciarono in bando i concetti timori, sovvennero di larghe derrate il loro campo; e in mezzo a pompe e cerimonie solenni, Astingo fu battezzato: ma non perciò i Normanni vennero intromessi in città.
      Vedendo Astingo essergli fallito questo espediente, e risoluto di venire ad ogni costo a capo del suo iniquo disegno, meditò nuovo inganno.
      Un bel mattino i terrazzani, scossi da non piú intesi ululati e da strida d'immenso dolore, accorsero in tutta fretta verso le navi, e trovarono i Normanni che, immersi nella piú tetra desolazione, si stracciavano i panni e si batteano come dementi la fronte. Chiesta la cagione di tanto scompiglio, udirono che Astingo il lor duce, assalito nella notte da furiosa febbre, era morto, legando le sue molte ricchezze alla chiesa di Luni, purché gli fosse in detto luogo concesso sepolcro. Come negar fede a cosí vivo dolore? Come rifiutare le spoglie di Astingo, dopo che lor vennero consegnati i grandi tesori dei quali il fiero Normanno aveva disposto in favore della loro cattedrale?
      Si cinge adunque di gramaglie la chiesa, vi si inalza nel bel mezzo un gran catafalco, ed i Normanni, disciolti in lacrime ed abbruniti, fanno mesto corteo al cadavere del loro condottiero. La chiesa ribocca di popolo accorso a tanto spettacolo: la bara è collocata nel mezzo del tempio. Il vescovo, cinto di solenni apparati, intuona le consuete preghiere, cui rispondono in voci di pianto le strida dei guerrieri Normanni: indi, benedicendo, sparge il cadavere dell'acqua lustrale.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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