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      III
     
      La potenza degli Arabi, prostrata d'un sol colpo la monarchia de' Goti in Ispagna, e impadronitasi della Sardegna, minacciava le coste dell'Italia e infestavale di continue scorrerie. Genova, assalita di nottetempo dai barbareschi, già era stata orribilmente messa a sacco; e Pisa, se vera è la tradizione, non avea scansata la stessa sorte, che per il coraggio d'una donna, la Cinzica, donde ancora si denomina un quartiere di quella città. Capitano de' barbareschi era quel Muset o Mugetto che avea acquistata gran rinomanza nelle battaglie di Spagna, e si era quindi impadronito di Cagliari e d'una gran parte della Sardegna.
      O Luni, tu dormi tranquilli sonni all'ombra dei tuoi vigneti, tra il profumo degli aranci e delle aiuole che infiorano il tuo letto. Uno stellato magnifico ti serve di padiglione; l'onda del mare ti geme sommessamente al piede e lusinga i funesti tuoi riposi. Incauta! la vendemmia di que' vigneti non sarà tua; que' giardini, quelle aiuole, verranno tra poco calpestate, devastate dai barbari; le rose, che tu riservi alla fronte delle tue giovanette, rallegreranno le mense de' tuoi spogliatori. Perché non sorgi? perché non accendi sermento e strame sulla cima delle colline, e in riva al mare, per riconoscere l'appressarsi dei nemici. Piú tremendo, piú feroce d'ogni belva del deserto, è il nemico che ti sta sopra(35). Sorgi; dà di piglio alla fune delle campane, e suona a stormo; altrimenti le gemme de' tuoi templi orneranno la fronte alle regine dei barbareschi.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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