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      Que' scampati agli scempii della notte si guardaron l'un l'altro, quasi per riconoscersi, per apprezzare al vero le loro forze, per consultarsi. Ma passata la prima gioia del rivedersi, del riabbracciarsi, marito e sposa, padre e figliuolo, successe ben presto il pensiero dell'avvenire, d'un pericolo imminente, inevitabile. Come tener fermo contro l'orda dei barbareschi, che già drizzavano contro quel tempio i loro sforzi concertati? E ove anche oppor si potesse ferro a ferro, come contrastare alla fame che cominciava a ruggire nelle loro viscere? Uno dei piú ardimentosi, sprezzando ogni genere di proietti, con cui i Mori avean prese di mira le aperture tutte della chiesa, salì alla cima del campanile, per vedere se i villaggi circonvicini si commovessero al loro soccorso, o se qualche amica vela si mostrasse nell'orizzonte sul mare. Ma non vide che drappelli di Moreschi, qua e là correnti per le campagne; tronchi di alberi, arse le case, devastate le messi; ogni cosa a ludibrio del saraceno. Che piú rimaneva per sottrarsi alle catene, agli oltraggi dei barbari se non commettere al ferro e al fuoco la loro salvezza?
     
      Una salus victis nullam sperare salutem.
     
      Persuasi riuscir vana ogni resistenza, si prepararono a morire nobilmente. E qui s'offerse uno spettacolo, degnissimo di sublime pietà e di ammirazione. Un sacerdote, venerando nell'aspetto, pieno d'una maestà serena, circondato da un corona di capelli, candidi, rilucenti come fili d'argento, salì all'altare, e vestito di negri abiti pontificali, celebrò una messa da morti per le anime degli ascoltanti.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Mori Moreschi