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      Costui non volle mai ad ogni costo indossar l'abito di domestico, nè deporre uno spadone che avea maneggiato in navale combattimento contro i Barbareschi. La natura non avea limate bastantemente le sue forme, ed un fendente di scimitarra traverso il volto l'avea reso quasi spaventevole e privato del lume di un occhio. A cagione di sua bruttezza e delle rozze sue maniere, poiché quell'ozio gli pesava e l'amareggiava, i famigli della casa si studiavano di evitarlo, e le donne lo facean segno ai loro sarcasmi. Ma Baldassarre, che tale era il nome di lui, sotto quelle rozze apparenze, celava un gran cuore, cuore di soldato e di marinaio. Il non aver mai veduto il sorriso di una donna, il non aver mai udita parola affettuosa, gli avea generato nell'animo un'asprezza, una tetraggine, che non era sua propria, e che a prima vista, lo rendeva uggioso, quasi insopportabile. Ma quell'occhio, che il ferro de' Barbareschi avea spento, versava talvolta, in solitudine, lacrime tali, che le gentili lacrimette delle nostre lionesse non ne varrebbero certo una sola, con tutto il loro romanticismo. Quest'uomo avea messo grande amore in un cane, la sola creatura che non si fosse beffata mai di lui; vecchio cane che si era accapigliato piú volte coi lupi, come il padrone coi barbari. Questi due esseri, schivati da tutti, aveano un secreto linguaggio tra di loro: Baldassarre, appoggiato sul pomo del suo spadone, pensava a sua madre e piangeva; il cane gli stava accovacciato ai piedi, cogli occhi fissi nel volto di lui, e gemeva sommessamente.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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