Pagina (275/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ..
      E gittò un fischio.
      Questa scena, in apparenza, ha qualche cosa di bizzarro, ma il fondo è triste. Quel fischio non sarà inutile per la giovane Marchesina. In quale terribil ora non verrà a percuotere l'orecchio di lei! Come le sue viscere palpiteranno in riconoscerlo! Ma non squarciamo, già fin d'ora, il velame del futuro.
     
      V
     
      Il vecchio soldato, tuttoché avesse perduto il lume d'un occhio, avea pur troppo scoperto il vero. Il marchese dell'Aquila, acceso da fiamma violentissima per Enrichetta, non uso a incontrare ostacoli, privo affatto di que' conforti che rimangono pur sempre anche nei piú duri sacrifizi, all'amore sventurato ma virtuoso, avea tentato di suscitare in lei una rea corrispondenza; ma era punta d'acciaio contro diamante solidissimo. Avvilito, ma non scoraggiato dalla ripulsa, unì alla furia della passione la sete della vendetta; e tuttociò in un fascio d'atroci divisamenti, di rapine, di morti che faranno inorridire il lettore.
      Al lento dileguar d'una notte, che egli avea consumata in truci fantasie e in delirii, si affacciò dall'alto d'una sua torre e gittò lo sguardo sul paese circonvicino. Che differenza tra lo stato dell'anima sua e la bellezza della natura che si risveglia! Dalle alte cime degli abeti spicca il volo la selvaggia lodoletta, e scomparisce nell'atmosfera innondata di luce. Uno di que' grandiosi spettacoli che si veggono solamente sul mare gli sta dinanzi; il levarsi del sole confonde la pianura delle acque col sereno dell'orizzonte; e tutto sembra fuoco, fuoco scintillante sulla cresta delle onde commosse dalla brezza mattinale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Marchesina Aquila Enrichetta