Pagina (277/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tra il concepimento e l'esecuzione d'un iniquo disegno, sta un abisso tenebroso, un abisso popolato di larve, di mostruose apparizioni. Se il Marchese, in quella tumultuosa ebbrezza delle passioni, in quell'ansia frenetica del delitto già preparato, avesse contemplata la sua figura dentro uno specchio, avrebbe visto che riflesso d'inferno presentavano le sue sembianze, avrebbe potuto credere che Satana gli stesse dietro le spalle.
      Quel giorno si recò nel castello della Verrucola in apparenza di accomiatarsi per un lungo viaggio; abbracciò i parenti, trastullò a lungo il bambino; non parve mai cosí cortese ed amabile. Oh chi potrebbe dire quanta malizia ed ipocrisia si possono annidare tra le rughe d'un labbro che sorride! La buona Enrichetta, credendo sincere quelle dimostrazioni d'affetto, dismise del riserbo in cui tenevasi da qualche tempo verso di lui; tornò allegra e sorridente. Già stava per accusar se medesima d'oltraggiosi sospetti verso un congiunto, e si studiava farne ammenda con accoglienze piú aperte e piú vive dell'usato.
      Ma il cane del vecchio Baldassarre mugolava nel suo covile.
     
      VI
     
      L'ASSALTO NOTTURNO
     
      Il levarsi del sole avea promesso un bel giorno; ma come avviene soventissimo nelle regioni montagnose e vicine al mare, levatosi improvvisamente il vento, avea coperto l'orizzonte di negri nuvoloni. I pini selvatici che con scena pittoresca si abbarbicano tra i nudi scogli, a perpendicolo sopra il mare, curvavano il berecinzio capo sotto l'impeto della bufera; e sebbene la foresta si attraversasse tra questi due castelli ed il lido, si udiva tuttavia il rimbombo dei flutti spezzantisi contro gli scogli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Marchese Satana Verrucola Enrichetta Baldassarre