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      Baldassarre sull'albeggiare riprese i sensi; incerto se fosse ancora tra i vivi o già tra i morti, aperse l'unico occhio che avea sano, e sorreggendosi dolorosamente sul gomito, guardò all'intorno, guardò se stesso, tese l'orecchio... tutto era silenzio e solitudine. Il suo cane, il vecchio leone non l'avea abbandonato, e tentava, con lambirgli le mani e il volto, richiamarlo in vita. Ma lo spettacolo della notte gli risorse impetuosamente nella memoria; seduto a terra, appoggiò la fronte sopra amendue le pugna, e non trovò lacrime al disperato suo cordoglio. Dopo lunga ora, rinfrancatosi, si levò in piedi; s'avviò tentennando verso la camera del vecchio Marchese, di quel pietoso che lui povero, senza tetto avea raccolto nel suo castello; e posto piede sopra la soglia, gli venne veduto l'onorando cadavere del suo amato benefattore, giacente nel proprio sangue traverso la camera. Prevedendo altre orribili scene, si recò frettoloso agli appartamenti della giovane Enrichetta, e colà giunto, soffermossi improvvisamente, quasi la lena gli fallisse, sull'ingresso della stanza maritale; si celò il volto tra le mani; recitò sommessamente una preghiera, quasi sperasse revocabile ancora il passato; il cuore gli si spezzava. Alla fine, si spinse dentro; ma, colto da mortal brivido, si rattenne a mezzo la camera. Vide stramazzone a' piedi del letto il cadavere del marito di Enrichetta, straziato da mille punte, in atto di stringere ancora la spada; argomentò che la lotta tra lui e gli oppressori dovette esser lunga e accanita, poiché alcuni di questi ultimi gli giacean morti all'intorno.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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