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      Talvolta il vecchio marinaio ristava dal remigrare; porgea l'orecchio quasi espiar volesse qualche suono lontano, o il primo, primissimo spirar dell'aure; talvolta si accostava ai pilastri e ne consultava alcuni segni misteriosi, che certo erano il filo d'Arianna in quel dubbio laberinto. Quindi ripigliava il cammino con maggior lena e un abisso di nuove tenebre, e nuove file di colonne si scoprivano innanzi ad essi.
      Ma lasciamo per un momento, che proseguano il loro cammino, e trasportiamoci su d'altra scena non meno interessante.
     
      VII
     
      Que' governi che tendono a infiacchire i popoli per governarli a despotismo, non avveggono che oltre al rendersi rei d'un nero delitto contro la natura umana, tentando di avvilirla, di degradarla, tolgono a se medesimi il sostegno piú valido del loro trono, spegnendo quella virtù che potrebbe formare all'uopo, contro un nemico invasore, la sicurezza della loro corona.
      Se tutti non conoscessero la triste politica degli ultimi imperatori di Costantinopoli, non potremmo restar capaci, come in una città, che potea annoverare meglio di cento mila abitanti, non siensi potuti raccogliere, nell'ora suprema del pericolo, che appena quattro mila soldati. Una gran parte degli uomini atti all'armi, piuttosto che vestir l'abito del guerriero, indossarono quello di monaco, e cercarono, codardi e incauti, la loro personal sicurezza nel fondo di un convento; altri si mutilarono. Que' quattro mila uniti ad altri due mila, tra Spagnuoli, Veneziani, e specialmente Genovesi, che soli tra tutta la Cristianità recarono il soccorso del loro braccio alla cadente regina dei tre mari, doveano custodire il circuito delle mura, che non era minore di tredici miglia, e tener fronte ad un esercito, che, secondo i calcoli piú moderati, ascendeva a duecento cinquant'otto mila combattenti, oltre ad una flotta formidabile che stringea d'assedio il porto.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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