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      Guglielmo che nato in paese meridionale, e marinaio, era dotato d'ardente imaginativa, vaga del meraviglioso e condita da buona dose d'ignoranza e di pregiudizi, teneva come dogma di fede la notturna apparizione del vescovo, e per eretico chi non l'avesse creduta.
      Una notte — oh quella notte fu ben luttuosa! — Guglielmo si scosse dal sonno con gran spavento, e tutto trafelante, coi capelli grondanti di sudore, corse a svegliar Giustiniani, che sempre in armi gli dormia poco presso.
      — Giustiniani! Giustiniani! svegliatevi; i Turchi han chiuso il porto da ogni banda.
      — E chi te l'ha detto? rispose il giovane, tra il sonno e la veglia, senza prestar fede a quell'annunzio.
      — Me l'ha detto il vescovo... quel santo vescovo che esce ogni notte dalla sepoltura.
      — Oh! questa volta non θ uscito che dalla botte; ier sera hai bevuto un po' troppo, Guglielmo mio.
      — Per Dio l'ho veduto con questi occhi, e mi ha incaricato di dirvi...
      — Perchι non gli hai detto che venisse egli in persona...
      — Giustiniani, voi scherzate; l'interruppe il marinaio con impazienza; sapete che io non sono una donnicciola!
      — So che sei un bravo marinaio; ma non hai studiato teologia, perchι i vescovi vengano a conversare con te.
      — Per san Giorgio, voi scherzate, vi ripeto, mentre i Turchi han trasportata la loro flotta all'altra parte del canale; e non sapete che voi pure...
      — Ebbene, che io pure... prosegui
      — Che voi pure dovete morire.
      — La notizia non θ fresca,... lo so da trent'anni.
      — Voi, Lercari, l'imperator Costantino, proseguia il marinaio con un tuono quasi profetico, voi tutti dentro un sepolcro; — tra pochi giorni.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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