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      Poco dopo, nella tomba stessa di Giustiniani, fu posta a giacere Eloisa, vestita delle sue armi, colle mani incrocicchiate sopra il petto, e con accanto quella spada che viva avea portata.
      — Questo è il vostro letto nuziale, giovani fidanzati, proruppe Guglielmo, quando il coperchio del sepolcro fu steso sul loro capo. — Io, che bambini vi ho quasi educati, dovea accompagnarvi a questa meta!
      — Piú felici di noi, gli osservò Irene; il loro sposalizio è celebrato nel cielo. O mio Toledo, tu aspetti ancora la tua fidanzata! Ma poche ore di sacrifizio mi dividono dal tuo amplesso!
      E ben si apponeva la povera principessa; nè sarà discaro ai nostri lettori di assistere ai supremi momenti di lei.
     
      VIII
     
      Guglielmo piú non aveva nè forza, nè cuore di abbandonare quel castello; e dovea recarsi? Egli era come tronco che sopravvive alla caduta di tutti i suoi rami. In pochi giorni invecchiò come per anni, l'alta sua statura divenne curva, la vivacità de' suoi sguardi si ottenebrò mortalmente. Sebbene Achmet usasse la piú delicata cortesia verso i suoi prigionieri, non potè vincere la cupa taciturnità del vecchio marinaio, il quale passava lunghe ore nel sotterraneo presso la tomba di Eloisa, e non ne usciva che per salire alla cima d'una torre d'onde si abbracciava un tratto immenso di cielo. E là seduto, guardava il mare, guardava con affetto indescrivibile la vela lontanissima che procedeva verso occidente; pensava alla sua patria che non avrebbe mai piú riveduta, alle gioie impetuose della sua giovinezza su quell'ondoso elemento.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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