Pagina (394/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      — Eloisa, soggiungeva avvicinandosi alla giovanetta, quando vi affidaste all'onor mio, giurai sulla mia spada che non avrei usati mai i diritti della vittoria sopra di voi; siete libera, voi e vostro padre.
      Alfonso, a quella subita risoluzione del Saraceno, si scosse per maraviglia, e si gettò a' suoi piedi; ma il cavaliero, inchinandosi mestamente verso la giovane:
      — La gemma pronosticò il vero! ripigliava con profonda rassegnazione; i giorni del fanciullo si oscureranno! O Eloisa, si oscureranno d'orrende tenebre, piú fitte delle tenebre del sepolcro!
      — Oh Achmet! rispondeva la giovanetta, sollevandosi e fissandolo in volto con espressione indicibile d'amore, di gratitudine e d'amarezza. — Oh Achmet, perché mai ci scontrammo sulla via stessa! Ah perché il cielo dovea rivelarmi la virtù del tuo cuore, se per sempre ci separava!
      — Eloisa, soggiungea il Saraceno, il cuore d'Achmet soprastò sempre agli eventi della fortuna; ma v'è un punto che spezza ogni coraggio, un punto cosí terribile, cosí fatale, che si può piangere senza viltà!
      Tronchiamo questa scena piú facile ad imaginarsi che a descriversi; quando que' tre infelici ebbero tempo di ricomporsi, Achmet si volse al padre d'Eloisa, e gli diceva:
      — Il vostro castello è distrutto; abbiate il mio. Debbo partir subito da queste terre, partir per sempre! Ah Eloisa! Il Cielo inesorabile alzò una ferrea barriera tra di noi; ma l'amor mio sarà piú forte del destino. Posso dirvi, in questo momento, mentre cedo ogni mio diritto e vi rendo immacolata al vostro padre, posso dirvi alla sua presenza, che il cuore di Achmet non avrà piú che un affetto, un unico, eterno, disperato affetto, e per voi!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Saraceno Eloisa Achmet Achmet Saraceno Achmet Achmet Eloisa Eloisa Cielo Achmet