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      Gli avvenimenti di questa seconda giornata ingigantivano i popolani, ma la sollevazione non aveva ancora un aspetto certo, deciso. D'armi non patiano difetto: cuore aveano e braccio gagliardi: ma gli ordini incerti, mille e spesso opposti i comandi.
      Al primo albeggiare del 7 l'ardita gente del rione di San Vincenzo veniva anch'essa armata e in bell'ordine a dar mano agli insorti. Intanto immense frotte d'uomini, donne, fanciulli, monaci e sacerdoti per le anguste e malegevoli vie della città trainavano a sola forza di braccia, sagri, mortai, colubrine e cannoni; tanto la divina carità della patria anche i piú imbelli ingagliarda e insanguina! E dirò cosa che parria fola a presenti, ombra di dubbio. Tra la chiesa di San Carlo e l'università degli studi (era allora un collegio) s'inerpica una viuzza, impraticabile quasi, che mena sulla cerchia dei muri interni, ove ancora torreggia l'antico bastione di Pietraminuta. Questa sommità sopraggiudica le porte di San Tommaso e la piazza del Principe ove s'erano affortiti i nemici. Corse fra quelle elettriche turbe una voce che disse: potersi agevolmente da quell'altezza fulminare il tedesco; ed ecco uomini, donne, fanciulli, senz'altro ingegno che le lor mani, far salire un pesante mortaio per quelle malagevoli ertezze, di che dovettero, sedati i primi bollori, meravigliarne pur essi. Le polveriere, i magazzini di guerra sfondavansi; gli uomini portavano palle, bombe e granate; le donne e i fanciulli, picconi, polveri e simili arnesi.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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