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      Ed avvertire si dee che la libra di once dodici č il debito peso col quale si hanno a pesare l'argento e l'oro, e ciň per cagione della real divisione duodenaria, che č numero perfetto; onde si vede che di tal libra Aurelio Cassiodoro il magno ne ha fatto dottamente menzione nella sua opera inscritta Variarum, nel primo libro, a carte 11, nella lettera mandata dal re Teoderico a Boezio, che cosí incomencia: "Licet universis populis generalis sit impendenda iustitia", ecc.; ed anco ne viene da lui accennato nel libro settimo, a carte 173, nel capitolo che incomencia: "Omnis quidem utilitas publica fideli debet actione compleri", ecc., sotto la rubrica: "Formula, qua moneta committitur".
      Ora, essendo la detta libra di Bologna di once 12, l'oncia si dividerá in 24 denari, ed il denaro in 24 grani tutti giusti, per doversene poi servire in questo general maneggio tanto importante; e ciň per esser i detti pesi, cosí partiti, regolati con retta e real proporzione, accommodatissima in ogni parte, e dai quali non potrá mai nascere alcuno inconveniente, né in particolare né in universale, nel conteggiare, tanto per conto dell'oro e dell'argento non coniato quanto per il ridotto in monete. E sotto questi pesi si dovranno in tutti i luoghi e paesi fare i campioni necessari delle monete cosí d'oro come d'argento, per poter conoscere e sapere il giusto peso di esse ed anco per il loro perpetuo mantenimento: e cosí sotto i detti pesi:
     
      L'oncia dell'oro puro valerá d'imperiali lire 72 soldi -- d. --


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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