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      E, quando si volessero fare monete d'altre finezze che delle tre descritte nelle tariffe, se ne potrebbono fare, com'è detto, di denari 23 giusti e di 18 e di 20, ma non necessariamente di queste due, cioè di 18 e di 20, imperoché non sono in uso gli scudi di simili finezze, oltreché sarebbono con difficultá conosciuti; ma si potrebbono quelli di denari 23 nominare "ducati stretti" o per altro nome. Sarebbe ben cosa necessaria che questi ducati fossero con diverse imprese segnati, a differenza degli altri, ed anco differenti di peso; come sarebbe, in compartirli, che n'andassero in numero 69 alla libra, e valerebbe ciascun di essi lire 12 imperiali, che tutti ascenderebbono alla somma di lire 828; e vi entrano in corrispondenza once 138 d'argento fino, che, a lire 6 per oncia, fanno l'istessa somma di lire 828. Si potran bene ragionevolmente fare monete o doble d'oro di varie sorti, come da ducati o da scudi due, da cinque e da dieci l'una, ed anco di maggiore e di minor valore, come da mezo ducato, da mezo scudo e da un quarto per ciascuna; purché su esse vi siano impresse le giá dette note del valore, della finezza o lega, ed il numero di quante ne vadino alla libra: avvertendo che le note di tali doble dovranno esser segnate o impresse con l'ordine qui sotto annotato; come, per essempio, se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire 6 per scudo, le loro note saranno queste, cioè 30, 22, 26 12/30, overo con questo rotto 2/5, che significherá due quinti di una dobla, come sarebbe a dire due scudi.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458