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      Se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire 7 per scudo, le note saranno queste, cioč 35, 22, 22 22/35, il qual rotto denoterá le 22 parti di 35 di una simil dobla, come sarebbe a dire tre scudi ed un settimo di scudo. Se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire otto per scudo, le note saranno queste, cioč 40, 22, 19 32/40, overo 4/5, il qual rotto significherá quattro quinti di una di queste doble, come sarebbe a dire scudi quattro. Se le doble saranno da ducati cinque l'una, di valore di lire nove per ducato, le loro note saranno queste, cioč 45, 24, 19 9/45, overo l/5, il qual rotto denoterá un quinto di dobla, come sarebbe a dire un ducato. E a similitudine dei detti essempi si dovrá cosí fare ed osservare in qualunque altra sorte di doble o monete d'oro, di maggiori o minori pesi e valori.
      E per facilitare a tutti l'ordine proposto, ho posto qui in disegno due sorti di monete, una d'oro e l'altra d'argento, con le note inscritte nei luoghi ove, a mio giudicio, poste esser dovrebbono.
     
      [vedi oro.png ed argento.png]
     
     
      Quella di oro valerá lire 7 imperiali: a denari 22, ne anderanno in numero 113 1/7 alla libra. Quella di argento valerá soldi 35 imperiali: di leghe 10 1/2, ne anderanno in numero 36 alla libra.
      Ora, per mostrare di quanta importanza sia il porre o imprimere su le monete di qualunque sorte tutte le dette quattro note, o almeno le tre con l'ordine suddetto, dico ch'essendo dai nostri antichi giá stata fatta elezione dell'oro e dell'argento, come cosa piú al proposito per fare i danari, i quali fossero come mezani per poter fare molte sorti di contratti tra tutte le genti in tutto il mondo, fu anco avuta l'intelligenza, si puň dire da Dio, di usare i numeri e la ragione dei conti aritmetici; accioché, col mezo loro, si potessero e dovessero fare i partimenti di essi preciosi metalli, con giusta e real corrispondenza e concordanza e delli pesi e delli valori, nel ridurli ad uso di essi danari, onde poi il "compendio" ed il "dispendio" (cosí dagli antichi con tali vocaboli chiamati e nominati) fossero fatti con ogni sorte di perfezione.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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