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      CAPITOLO XXIV
     
      Avvertimenti necessari sopra il fare le monete.
     
      È da notare che, osservandosi questi ordini, le monete cosí d'oro come d'argento non si farebbono se non una volta sola, e non mai si rifarebbono. La cagion è perché a chi ne fará fare converrá pagare la fattura ed il rame, supplire al fatto del rimedio e ad ogni altra spesa che intorno a ciò fará di bisogno (quando però non vi sia altrimenti proveduto, come nel capitolo XII si narra), affinché in esse resti il giusto e proporzionato fino, il qual dovrá esser in effetto conforme alle note su le monete impresse, senza alcuna sua diminuzione per cagion del detto rimedio. E si dovrá osservare che ciascuna sorte di monete corrisponda alla libra in numero con l'ordine giá detto, alla libra dico di Bologna, per le ragioni in piú luoghi del Discorso allegate. Ed ancora dovrassi attendere che i loro saggi restino reali. E nel farle si usi diligenza che nel compartirle siano fatte e ridotte giuste, cioè che non ne vadino di piú alla libra del loro real numero, ma piú tosto meno qualche poco, acciò non si trovino scarseggiare in parte alcuna.
     
     
     
      CAPITOLO XXV
     
      Breve replicazione, con essempio, di quanto si è detto.
     
      Credo per le suddette tariffe aver in modo tale dimostrato qual sia la forma, la lega o finezza, il peso, il numero ed il valore da osservarsi nel ridurre in monete l'argento e l'oro, che ciascuno potrá facilmente intendere l'ordine che si dovrá tenere nel far pagamenti di qualunque sorte. E per maggior chiarezza addurrò anco questo essempio.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





Bologna Discorso