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      CAPITOLO XXX
     
      Con breve replicazion si mostra esser cosa necessaria che vi sia un sol ordine nel far le monete.
     
      Per le giá dette ragioni creder posso che sia stato ben inteso e posseduto il parer mio. Or, perché per li vari ragionamenti potrebbe fors'essere qualcuno che non fosse restato cosí chiaro di questo fatto, brevemente replicando dico che, regolandosi le cose delli danari nel modo in queste poche carte annotato, nel far i pagamenti non occorreranno errori alcuni, tanto per conto dei crediti giá nei tempi passati creati, quanto de' presenti e futuri ancora. E, se ben parea che i pagamenti fossero fatti integri, nondimeno, perché non vi era la regola ferma di fare i conti giusti per l'oro e l'argento nel ridurli in danari, con proporzionata corrispondenza e delli pesi e delli valori, essi non restavano perfettamente fatti; ma ben per l'avenire si faran confronti e giusti realmente con ogni e qualunque sorte di monete, cosí d'oro come d'argento, fatte e regolate secondo questi ordini. E, benché da molti prencipi siano state fatte molte provigioni sopra il fatto dei danari, accioché si spendessero per sempre giustamente, essi però non hanno mai potuto con effetto ciò far essequire, perché non è mai stato mostrato loro questo nuovo e cosí real documento.
      Ho anco detto che li prezzi delle mercanzie avran dipendenza da essi oro ed argento cosí coniati, e che per l'avenire non sará allegato che le monete non siano del loro giusto valore, come tuttodí si disputa sopra le variazioni dei loro valori per cagion dei variati titoli di essi valori nominati, or a moneta longa ed or a corta, ed anco in altri modi.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458