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      E riuscirebbe tutto il contrario di quello che di presente si usa, cioè che da particolari persone sone fose e guaste di continovo quasi tutte le monete giá fatte, nelli valori delle quali sono comprese le fatture, facendone poi rifare altre con nuove soprafatture e con alterazioni di valori, per utile loro particolare e con danno grande, continovo dell'universale. Perché questi tali cercano di fondere e guastare prima le monete piú vantaggiose, facendone rifare altre, per far guadagno con danno del terzo; e perciò sempre si sminuisce il peso del fino a moneta per moneta, restando poi fermi i valori in ciascuna di esse, cioè delle lire, soldi e denari. E, come per essempio, le monete, che anticamente spendere si soleano per soldi dieci l'una, sono state fose e guaste, e molte altre di poi fatte a loro similitudine, con men fino in ciascuna, si spendono cosí anco per dieci soldi l'una; e quello ch'io dico di queste, ciò di molte altre intendere si debbe. Onde ne segue che le monete giá fatte qualch'anni inanzi, per non poter esser guaste tutte in un tempo, non possono poi restare nelli loro primi valori; e perciò il piú delle volte stanno nascoste presso quelli che conoscono il futuro guadagno, con animo anch'essi di farle rifare con simili vantaggi, over per spenderle per maggiori valori. E di qui nasce che alle volte con bandi de' prencipi vengono calate le monete nuove; laonde ne succede ch'ora non si trovano monete d'oro, e ora non si trovano monete d'argento, e sempre vanno crescendo in disproporzionati valori.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458