Pagina (145/458)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Seconda. Che li mercatanti ed altri, che si trovassero avere ori ed argenti grezzi, cioè non lavorati, o in poca o in gran quantitá, non vorrebbono farli coniare; ma piuttosto li convertirebbono in far vasi o altre simili opere, o per sé o per altri, ovvero che se li terrebbono nelle casse loro rinchiusi.
      Terza. Che, essendo levato il cavare le fatture dal corpo delle monete, ne risulterebbe molto danno ad alcuni principi e repubbliche, a' quali alle volte dalli zecchieri vien pagato un certo annuo censo per poter fare la zecca, ovvero alle volte ancora vien data loro una certa ricognizione di un tanto per libbra di oro o di argento posti in zecca per monetarli; e cosí, per alcuna delle dette cause o simili, potrebbe essere che un qualche potente principe o repubblica non condiscenderebbe con gli altri: onde per tal disunione non si verrebbe mai a conclusione alcuna di fare la zecca universale. -
      E, finite che ebbero le suddette loro proposizioni, vi considerai alquanto sopra, e poi entrai in campo con questi miei famigliari ragionamenti:
      - Amorevoli miei compatrioti e compagni, veramente voi siete in grande errore, e voglio che abbiate un poco di pazienza, se in questo mio discorsetto io dicessi alcune cose che paressero alquanto contrarie al gusto vostro. Non sapete voi che per proverbio dire si suole che "la cosa ignorata vien quasi sempre dispreggiata"? Benché in ciò di voi non me ne faccio troppo maraviglia; perciocché vi sono stati alcuni, anche essi di spirito elevato, che hanno fatto professione di intendersi di molte cose, ed in particolare di quelle che al governo del mondo si appartengono: nondimeno delle cose delle monete confessarono ed hanno detto che non dava loro l'animo di saperne ragionare, per tanta varietá che si trovava tra esse.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458