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      Ed avvertir si dee che sempre si troverá essere minore la spesa del far ridurre l'oro e l'argento in danari, che farne fabbricare vasi, collane, anelli o altre simili opere: e che ciò sia il vero, ciascuno, che di tali esercizi ha qualche pratica, ne potrá ancora far giudizio.
      Avendo ora levati li dubbi che mi avete proposti nella vostra prima e nella seconda conclusione, state cheti ad udire le ragioni sopra e contro la terza dubitazione. Dovete sapere che i re, i principi e le repubbliche del cristianesimo, i quali sono sempre stati la gloria di tutto il mondo per le loro onoratissime e gloriosissime imprese, e come quelli che portano nei petti loro impressa la regal giustizia, non avranno giammai riguardo a tali quasi illeciti guadagni; prima per non dare danno a se medesimi in particolare, e poi al mondo tutto in universale, ed anco affinché tutto quello, che in una loro Dieta fosse determinato, fosse dappoi ancora inviolabilmente da tutti posto in osservanza. E, quando alcun principe o repubblica si presumesse (il che non credo) di non condiscendere col volere degli altri, alfine sarebbe ancor egli sforzato a rimettersi in ciò agli ordini che nella Dieta fossero stati conclusi e pubblicati; perciocché con giusta ragione tal principe o repubblica potrebbe essere dagli altri re, principi e repubbliche tenuto e giudicato per disamatore della giustizia e per disobbediente al divin precetto nel capitolo primo della Sacra sapienza descritto, che cosí dice: "Diligite iustitiam, qui iudicatis terram".


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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