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      Anzi, professarsi cosí universalmente da tutti e discordar de opinione deve essere segno della gran difficultá, affirmando Platone che quasi dal principio del mondo è stata questa lite di conoscere il giusto da l'ingiusto, e che di tutte guerre successe e discordie ne sia stata causa questa differenzia, non concordandosi in questa determinazione le genti, volendola ognuno intendere a suo modo, discordando l'uno dall'altro, e ancor durare e non aversi possuto decidere, con esser tante volte e fra tanti agitata, e successene tante e tante ruine universali. Il che deve essere certezza della difficultá e importanza grande. Lo che conoscendo benissimo Salamone, essendoli data la elezione da Iddio di chiedere quel che li fosse piaciuto, si elesse domandar la sapienzia, non per altro fine eccetto per posser governar bene il popolo, parendoli la cosa piú importante e piú difficile. Al quale sapere meno avea possuto arrivare perfettamente Moisé, con tutto che fosse l'uomo scientifico e sapiente che da tutti si confessa, e parlasse di continuo col Signore come suo familiare, e potesse con esso consultarsi, e in quel carico fosse suo luocotenente, con esser quasi certo impetrarne qualsivoglia grazia per tal bisogno. E pure da Ietro, suo socero, fu ammaestrato in alcune cose, per toglier alcuni disordini alli quali non sapeva come rimediare, e, nell'acque della contradizione per non sapersi governare, li fu da Iddio negato che introducesse li giudei nella terra di promissione, facendolo morire nel deserto per la diffidenza causata da l'importunitá di detto popolo.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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