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      Dunque tutto sta nell'incertezza? E non possiamo noi sapere accertata misura di queste cose cosí importanti? Io rispondo di no; e se cercheremo le misure d'altre cose, come sono le lunghezze de' piedi, braccia, passi, miglia ed altri, troveremo le stesse difficoltá: se ne' pesi, pure lo stesso incontreremo. Ma dunque che si ha da stabilire? I filosofi c'insegneranno che le relazioni richiedono per necessitá due termini, uno de' quali mancando, manco la stessa relazione; come in quella di padre e figlio, morendo il figlio, l'uomo non si dice piú "padre", perché è mancato quel termine a cui riferivasi la paternitá. Cosí ogni quantitá, in quanto è misurata, si dice maggiore o minore, tanta o tanta, secondo il termine a cui si riferisce, che è quello con cui vien misurata; e se quella affatto manca, anche la quantitá cessa d'aver quella relazione di maggiore o minore, o di tale o tanta quantitá. E se quella tal misura, invece di mancare, riceve alterazione, s'altera istessamente la relazione di quel primo termine. Onde quel panno, che misurato in Roma fu cento canne, in Venezia diventa 200 braccia, perché s'ha alterato o mutato il termine a cui la prima volta si riferiva, ch'era la canna romana, succedendo in sua vece il braccio veneziano: anzi la canna stessa romana, a poco a poco alterandosi la sua misura, col tempo altererá insensibilmente la relazione che prima correva tra essa e le cose misurate; e però il piè romano moderno non corrisponde piú all'antico stabilito da Vespasiano o a quello de' secoli antecedenti.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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