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      CAPITOLO VII
     
      Delle monete di rame e delle altre d'argento di bassa lega, e loro proporzione con quelle d'oro e d'argento.
     
      Oltre le monete d'oro e d'argento fino, si costumano altre minori di bassa lega, cioè di rame e d'argento mischiato in varia proporzione, e talune di rame schietto, l'uso delle quali è principalmente per le spese minute della plebe, essendo che molte cose sono, che vagliano meno di quanto vale il piú picciolo pezzo d'argento che comodamente possa usarsi. Giovanni Bodino racconta che in Lorena furono giá fatte monete d'argento fino, chiamate "angenini", cosí picciole, che d'una marca se ne contavano 8000 pezzi. Io dubito piú tosto errar di stampa o di calcolo in questo racconto, che lasciarmi persuadere monete cosí picciole che pesino meno d'un grano l'una, quando non so se di sei grani od otto non fossero anche troppo picciole. Gli aspri de' turchi, che sono minutissime monete d'argento, di bontá di undici once e 1/4 per libbra, pesano 12 grani l'uno; e dicono molti che infatti per la picciolezza riescono incomode, e chi volesse introdurne di simili in cristianitá, non sarebbono al certo molto gradite da' poveri, per la facilitá di perderle e d'ingannarsi nel numerarle. Noi vediamo quanta sia la picciolezza de' quarti di paolo nello Stato ecclesiastico e nella Toscana, sebbene poca quantitá tuttora se ne veda; eppure pesano piú di due aspri l'uno e sono stimati per la picciolezza incomodi anch'essi, non meno che i piccioli soldi d'argento veneziani. E li pfennig d'Austria e d'altre parti d'Allemagna, benché non siano d'argento cosí fino, ma di lega assai inferiore, sono però di poco minor grandezza degli aspri, onde sono anche poco graditi dalla plebe per la facilitá di smarrirli.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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