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      I tosatori di monete, che con tante leggi sono minacciati, e, qualunque volta incappano e sono scoperti, pagano il vile, benché non picciol loro guadagno con la vita e con l'onore, non perciò restano di praticare l'indegno esercizio, levando dagli ori, non meno che dagli argenti, quella quantitá che credono poter rapirne senza discapito del corso abusivo di quelle. E nello Stato ecclesiastico era giá invalso sí gagliardamente questo abuso gli anni passati, che non hanno risolto di rimediarvi, sin che non si sono ritrovati col discapito di qualche milione ne' pubblici erari, mentre al numero si trovavano corrispondere le valute de' testoni, paoli e scudi d'argento, ma al peso erano manchevoli di somme esorbitanti. Sono noti gli sconcerti che quindi son nati, ed i pericoli di popolari commozioni; e l'aver battuti nuovi testoni e paoli a minor peso del solito e proibito i tosati, non è giá altro che un palliamento del danno, mentre si vedrá in breve la doppia d'Italia, che in quello Stato ha valuto 30 paoli, passare a 32 1/2 per le ragioni che si diranno a suo luogo. Onde chi con 30 paoli aveva giá il valore d'una doppia, con questi nuovi si troverá aver paoli 2 1/2 meno.
      L'altra maniera del tosare onoratamente è quella che praticano alcuni, che di continuo raccolgono le monete, particolarmente d'oro, che siano di peso, e le mandano in quelli paesi ove gli ori si spendono a peso, per riceverne a baratto altrettanto scarso, pure a peso, ed imborsarsi il soprapiú, mentre le scarse spendono nel loro paese allo stesso prezzo che le giuste; anzi mandano mercanzie a quei paesi ove corrono gli ori a marco, e nel prezzo fanno patti d'esser pagati con monete scarse, perché tanto piú in peso ne va a compire li loro pagamenti, ed a casa loro fanno il guadagno.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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