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      Ma sono rari gli esempi di cotali risoluzioni; e non restarebbono per ciò di dolersi quelli che avessero riposto l'altre monete, e d'oro particolarmente, che sarebbono cresciute di prezzo e che ora con loro danno ad essi parerebbe che s'abbassassero. In somma il piú facile e pratico modo, che si trovi in tali congiunture, fu sempre lo stabilirle per sempre al corso presente o ritirarle a basso solo poca parte dell'accrescimento che hanno fatto, e proporzionarle con migliore analogia di prima alla piazza matrice dell'altre zecche, ch'è Genova. Ed ecco che per necessitá crescono sempre mai, o poco ponno scemare; ch'era l'assunto di questo capitolo. Nel quale ho stimato inutile l'apportare, come avrei potuto fare, gli alzamenti da cento o ducento anni in qua in tutti gli Stati d'Europa; perché, non servendo ciò che a provare che cosí segue, ognuno può da sé nel suo paese e negli altri, de' quali avrá cognizione, riconoscere la veritá.
     
     
     
      CAPITOLO XVIII
     
      Regole universali per le zecche, e prima dell'osservar la proporzione piú comune tra l'oro e l'argento.
     
      Passeremo finalmente ad andar esponendo le regole piú universali che per governo delle zecche e custodia del commercio e mantenimento delle valute sono piú necessarie, esaminandole piú a minuto che ne' precedenti capitoli non s'ha potuto fare, essendo queste regole come una pratica delle teoriche insegnate. Sará dunque la prima regola: che nel valutar le monete d'oro e d'argento si deve osservar la proporzione che corre piú comune in quella provincia.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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