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      Perché, se l'imperatore volesse valutar i suoi talleri, ch'egli batte nella zecca di Cremnitz nelle cittá Montane, piú carantani o craizeri del solito, non per questo farebbe guadagno effettivo, ma perderebbe bensí molto nell'entrate sue e ne' suoi dazi, che si contano a carantani; il che spiegammo sopra, al capitolo decimosecondo. Né per altra ragione permetteva Costantino imperatore nella legge prima De ponderatoribus, registrata nel decimo libro del Codice di Giustiniano, che li suoi popoli pagassero le gravezze in oro coniato o non coniato allo stesso peso, se non perché la sua zecca non valutava le monete se non quello che valevano secondo l'intrinseca bontá, senza difalcare né pure le spese di zecca. Fa dunque di mestieri a' principi che non hanno miniere proprie, piú tosto che avanzare, perdere le fatture su la zecca, se non vogliono per un debole guadagno diminuire all'ingrosso le sue entrate per sempre. Il zecchiere di Roma è provvisionato, e mantenuta la zecca di quasi tutte cose dalla Camera apostolica; e perciò sono piú di 60 anni che il testone val tre paoli e il paolo 10 baiocchi, lo scudo d'argento 10 paoli e la doppia tre scudi: né s'è mutato prezzo, perché il principe non voleva guadagnare su la zecca, e con questo ha guadagnato piú assai che non hanno fatto quelli che, per cavarne profitto, hanno vedute le sue monete alzate in que' stessi anni da 15 a 23 e 24, ed altrettanto si trovano scemate l'entrate. Lo stesso ha fatto la zecca di Firenze, che non ha mai guadagnato sulle sue monete se non, per qualche occasione, picciola cosa, fondata piú negli accidenti che nell'ordinario corso delle monete; come quando, del 1660, furono ribattute le doppie venute di Francia per dono della serenissima granduchessa, perché, ridotte a doppie di Pisa, vi si trovò non mi sovviene se uno o pur mezzo per 100 di utile netto dalle spese; il che non averebbero potuto guadagnare, se avesse dovuto far venire a questo fine quell'oro di Francia, pagandolo con altra moneta, perché quel poco utile d'uno o mezzo per 100 sarebbe andato nella condotta, provvisione ed altro.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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