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      E quindi avviene che, sebbene il credito, che ha sopra ogn'altra moneta d'oro il zecchino, ha allettato l'ingordiggia di molti a contrafarlo, non hanno però mai potuto includervi piú lega di quella che contengono gli ongheri, che sono a bontá di caratti 23 il meno, e la maggior parte sono anche migliori: perché, se piú di un ventiquattresimo di mistura vi fosse, non si potrebbero piegare. Ed al contrario le doppie di qualsissia principe sono state tante volte e in sí fatta maniera falsate, che se ne sono trovate che non contenevano la metá dell'oro dovuto, mentre con artifici detestabili dánno loro il colore, e, sebbene non può mai imitar quello dell'oro piú fino, assai però s'accosta a quello delle doppie ordinarie.
      La seconda ragione del maggior credito e valuta delle monete piú fine si è per l'uso di esse in molti lavori, a' quali non è atto il metallo che tiene di mistura. Tant'oro, che si batte in fogli per indorare stucchi, legnami ed altri ornamenti delle chiese, case, carrozze ed altro, tutto è finissimo metallo, senza di che non può per la crudezza battersi nella necessaria sottigliezza: onde il battioro, se non ha zecchini squisiti per battere, è forzato con dispendiosa fattura raffinar l'altre monete, prima di valersene a' suoi lavori. Lo stesso deve dirsi dell'oro, che dagli orefici vien adoperato per indorar i rami o gli argenti; stantecché, se finissimo non sia, non rende nell'operar quel colore piú gradito, che vediamo particolarmente ne' bellissimi dorati d'Augusta.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





Augusta