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      Le fontane, che nelle mura gettano acque, furono da gli antichi in varie specie acconce e situate, stando nelle metafore delle cose dell'acqua, non adoprando se non quelle che da esse sono generate. Fecero delle pulite e lisce e delle rustiche ancora, e ne' bagni e stufe loro servivano e per le mura e per lo piano, dove si posano i piedi di varii musaici, e molto si dilettavano stranamente variarle, e di cose maritime le adornarono; le quali a imitazione loro hanno poi i moderni operato in varii luoghi d'Italia, e di tali opere hanno cerco abbellire, e con diverse cose rustiche murate et , imitate gli antichi, e da essi ritruovate di nuovo hanno aggiuntovi assai, e massime componimenti di opera toscana, coperti di colature di acque petrificate, che pendono a guisa di radicioni fatti col tempo di alcune congelazioni di esse acque ne' luoghi dove elle sono crude e grosse; come a Tigoli et al lago di Piè di Lupo et in molti altri luoghi d'Italia. Si pigliano quelle, e s'innestano nelle pietre con perni di rame o di ferro, e l'uno sopra l'altro s'impiombano, che sospesi pendino; e murano quelli addosso all'opera toscana, facendola in qualche parte vedere; e fra essi s'accomodano canne di piombo ascose, spartiti per quelle i buchi che versono le acque quando si volta una chiave ch'è nel principio di detta cannella, e cosí fanno condotti d'acque e diversi zampilli, dove poi l'acqua piove per le colature di questi tartari, e colando fa dolcezza nell'udire e bellezza nel vedere.
      Se ne fa ancora di un'altra specie di grotte piú rusticamente composte, contrafacendo le fonti alla salvatica in questa maniera: pigliansi sassi spugnosi e si commettono con far nascervi erbe sopra, le quali piú con ordine che paia disordine e salvatico si rendono piú naturali e piú vere.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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