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      È necessario adunque che ella abbia corrispondenzia, e che ugualmente ci sia per tutto attitudine, disegno, unione, grazia e diligenzia, le qual cose tutte insieme dimostrino lo ingegno et il valore dello artefice. Debbono le figure cosí di rilievo come dipinte esser condotte , piú con il giudizio che con la mano, avendo a stare in altezza dove sia una gran distanza; perché la diligenzia dell'ultimo finimento non si vede da lontano, ma si conosce bene la bella forma delle braccia e delle gambe et il buon giudizio nelle falde de' panni con poche pieghe; perché nella simplicità del poco si mostra la acutezza dello ingegno. E per questo le figure di marmo o de bronzo che vanno un poco alte vogliono essere traforate gagliarde, acciò che il marmo che è bianco et il bronzo che ha del nero piglino a la aria della oscurità e per quella apparisca da lontano il lavoro esser finito e dappresso si vegga lasciato in bozze. La quale advertenza ebbero grandemente gli antichi, come nelle lor figure tonde e di mezzo rilievo che negli archi e nelle colonne veggiamo di Roma, le quali mostrano ancora quel gran giudizio che egli ebbero. Et infra i moderni si vede essere stato osservato il medesimo grandamente nelle sue opere da Donatello. Debbesi oltra di questo considerare che, quando le statue vanno in un luogo alto che non abbia molta distanza da potersi discostare a giudicarle da lontano, ma che vi si abbia quasi che a star loro sotto, che cosí fatte figure si debbon fare di una testa o due piú di altezza.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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