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      Molti altri fanno con la penna sola lasciando i lumi della carta, che è difficile ma molto maestrevole; et infiniti altri modi ancora de' quali non accade fare menzione, perché tutti rappresentano una cosa medesima, cioè il disegnare.
      Fatti cosí i dissegni, chi vuole lavorare in fresco, ciò è in muro, è necessario faccia i cartoni, ancora che e' si costumi per molti di fargli per lavorare anco in tavola. Questi cartoni si fanno cosí: impastansi fogli con colla di farina et acqua cotta al fuoco, et i fogli voglion essere squadrati, e si tirano al muro con lo incollarli attorno duo dita verso il muro con la medesima pasta, e si bagnano spruzzandovi dentro per tutto acqua fresca, e cosí molli si tirano, acciò nel seccarsi vengano a distendere il molle delle grinze. Da poi, quando sono secchi con una canna lunga, per giudicare discosto, vanno riportando sul cartone tutto quello che nel disegno piccolo è disegnato con pari grandezza, et a poco a poco quando a una figura, quando a l'altra danno fine. Qui fanno i pittori tutte le fatiche dell'arte del ritrarre dal vivo ignudi e panni di naturale, e tirano le prospettive con tutti quelli ordini che piccoli si sono fatti in su' fogli, ringrandendoli a proporzione. E se in quegli fussero prospettive o casamenti, si ringrandisco,no con la rete, la quale è una graticola di quadri piccoli ringrandita nel cartone, che riporta giustamente ogni cosa. Perché chi ha tirate le prospettive ne' disegni piccoli, cavate di su la pianta, alzate co 'l profilo e con la intersecazione e co 'l punto fatte diminuire e sfuggire, bisogna che le riporti proporzionate in su 'l cartone.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014