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      Né si può credere, quanto nel variare le carni con i colori, faccendole a' giovani piú fresche che a' vecchi, et a' mezzani tra il cotto et il verdiccio e gialliccio, si dia grazia e bellezza alla opera, e quasi in quello stesso modo che si faccia nel disegno la aria delle vecchie accanto alle giovani et alle fanciulle et a' putti; dove veggendosene una tenera e carnosa, l'altra pulita e fresca, fa bellissima discordanza accordatissima. Et in questo modo si debbe nel lavorare metter gli scuri dove meno offendino e faccino divisione, per cavare fuori le figure; come si vede nelle pitture di Rafaello da Urbino e di altri pittori eccellenti che hanno tenuto questa maniera. Ma non si debbe tenere questo ordine nelle istorie dove si contrafacessino lumi di sole e di luna, o vero fuochi o cose notturne, perché queste si fanno con gli sbattimenti crudi e taglienti. E nella sommità dove sí fatto lume percuote, sempre vi sarà dolcezza et unione. Et in quelle pitture che aranno queste parti si conoscerà che la intelligenzia del pittore arà con la unione del colorito campata la bontà del , disegno, dato vaghezza alla pittura, e rilievo e forza terribile alle figure.
     
      CAP. XVIIII
     
      Del dipingere in muro, come si fa; e perché si chiama lavorar in fresco.
     
      Di tutti gl'altri modi che i pittori faccino, il dipignere in muro è piú maestrevole e bello, perché consiste nel fare in un giorno solo quello che nelli altri modi si può in molti ritoccare sopra il lavorato. Era da gli antichi molto usato il fresco, et i vecchi moderni ancora l'hanno poi seguitato.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





Rafaello Urbino