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      Là dove la conservarono per le imagine e per le inscrizzioni poste nell'architetture private, nelle publiche, ciò è negli anfiteatri, ne' teatri, nelle terme, negli acquedotti, ne' tempii, negli obelisci, ne' collossi, nelle piramidi, negli archi, nelle conserve e negli erarii, e finalmente nelle sepulture medesime; delle quali furono distrutte una gran parte da gente barbara et efferata, che altro non avevano d'uomo che l'effigie e 'l , nome. Questi fra gli altri furono i Visigoti, i quali avendo creato Alarico loro Re, assalirono l'Italia e Roma, e la saccheggiorno due volte senza rispetto di cosa alcuna. Il medesimo fecero i Vandali venuti d'Affrica con Genserico loro Re; il quale, non contento a la roba e prede e crudeltà che vi fece, ne menò in servitú le persone con loro grandissima miseria, e con esse Eudossia, moglie stata di Valentiniano Imperatore, stato amazzato poco avanti da i suoi soldati medesimi. I quali, degenerati in grandissima parte da 'l valore antico romano, per esserne andati gran tempo innanzi tutti i migliori in Bisanzio con Gostantino Imperatore, non avevano piú costumi, né modi buoni nel vivere. Anzi, avendo perduto in un tempo medesimo i veri uomini et ogni sorte di virtú, e mutato leggi, abito, nomi e lingue, tutte queste cose insieme, e ciascuna per sé, avevano ogni bello animo et alto ingegno fatto bruttissimo e bassissimo diventare. Ma quello che sopra tutte le cose dette fu di perdita e danno infinitamente a le predette professioni, fu il fervente zelo della nuova religione cristiana; la quale, dopo lungo e sanguinoso combattimento, avendo finalmente con la copia de' miracoli e con la sincerità delle operazioni, abbattuta et annullata la vecchia fede de' Gentili, mentre che ardentissimamente attendeva con ogni diligenzia a levar via et a stirpare in tutto ogni minima occasione donde poteva nascere errore, non guastò solamente o gettò per terra tutte le statue maravigliose e le scolture, pitture, musaici et ornamenti de' fallaci dii de' Gentili, ma le memorie ancora e gl'onori d'infinite persone egregie.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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