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      E coloro che successer poi, giudicando il tutto rovina, vi piantarono sopra le vigne. Di maniera che per essere le stanze rimaste sotto la terra, le hanno i moderni nominate grotte, e grottesche le pitture che vi si veggono al presente. Finiti gli Ostrogotti, che da Narse furono spenti, abitandosi per le rovine di Roma in qualche maniera pur malamente, venne dopo cento anni Costante secondo Imperatore di Costantinopoli, e ricevuto amorevolmente da i Romani, guastò, spogliò e portossi via tutto ciò che nella misera città di Roma era rimaso piú per sorte che per libera volontà di coloro che l'avevono rovinata. Bene è vero che e' non potette godersi di questa preda, perché, da la tempesta del mare trasportato nella Sicilia, , giustamente occiso da i suoi, lasciò le spoglie, il regno e la vita, tutto in preda della fortuna. La quale, non contenta ancora de' danni di Roma, perché le cose tolte non potessino tornarvi già mai, vi condusse una armata di Saracini, a' danni dell'isola; i quali e le robe de' Siciliani e le stesse spoglie di Roma se ne portorono in Alessandria, con grandissima vergogna e danno della Italia e del Cristianesimo. E cosí tutto quello che non avevono guasto i pontefici, e San Gregorio massimamente, il quale si dice che messe in bando tutto il restante delle statue e delle spoglie degli edificii, per le mani di questo sceleratissimo greco finalmente capitò male. Di maniera che, non trovandosi piú né vestigio né indizio di cosa alcuna che avesse del buono, gl'uomini che vennono appresso, ritrovandosi rozzi e materiali, e particularmente nelle pitture e nelle scolture, incitati dalla natura et assottigliati dall'aria, si diedero a fare, non secondo le regole dell'arti predette, che non le avevano, ma secondo la qualità degli ingegni loro.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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