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      Stettero poi oltra le ruine di Roma per le guerre sotterrati i modi delle sculture e de le pitture da le ruine di Totila fino a gl'anni di Cristo MCCL, nel qual tempo era rimasto in Grecia un residuo d'artefici che vecchi erano, i quali facevano imagini di terra e di pietra, e dipignevano altre figure mostruose e col primo lineamento e col campo di colore. E quegli per esser soli in tale professione, l'arte della pittura in Italia portarono insieme col musaico e con la scultura, e quella come sapevano, a gl'uomini italiani insegnarono rozzamente.
      Onde gl'uomini di que' tempi, non essendo usati a veder altra bontà né maggior perfezzione nelle cose, di quelle ch'essi vedevano, solamente si maravigliavano e quelle, ancora che baroncesche fossero, nondimeno per le migliori apprendevano. Pur gli spirti di coloro che nascevano, aitati in qualche luogo dalla sottilità dell'aria, si purgarono tanto che nel MCCL, il cielo, a pietà mossosi de i belli ingegni che 'l terren , toscano produceva ogni giorno, gli ridusse a la forma primiera. E se bene gli inanzi a loro avevano veduto residui di archi o di colossi o di statue, o pili, o colonne storiate, nell'età che furono dopo i sacchi e le ruine e gli incendi di Roma, e' non seppono mai valersene o cavarne profitto alcuno, sino al tempo detto di sopra; nel quale venuti su, come io diceva, ingegni piú begli, conoscendo assai bene il buono da 'l cattivo, abbandonando le maniere vecchie, ritornarono ad imitare le antiche, con tutta la industria et ingegno loro.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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